Sussidio sanitario, perchè non se ne parla?

Oggi c’è un interessante articolo su QN sulla sanità integrativa. In realtà sulle polizze sanitarie, perché purtroppo sembra che ai media interessi poco la realtà delle società di Mutuo Soccorso. Davvero un peccato, l’obiettivo di un quotidiano dovrebbe essere informare i cittadini su tutte le possibilità che ci sono, non solamente su alcune. L’articolo parte da una analisi realizzata da Adiconsum (Associazione Difesa Consumatori e Ambiente) promossa dalla Cisl, e mette a confronto i principali prodotti sanitari offerti dalle compagnie assicurative: Unisalute, Axà, Zurich, Rbm e tante altre.

Il ragionamento di base è giustissimo: ogni italiano paga mediamente 1880 euro l’anno di tasse per il Servizio Sanitario Nazionale, salvo poi sborsarne altri 570 (circa 1950 a famiglia) per curarsi in strutture private, viste le carenze della sanità pubblica che tutti purtroppo conosciamo.

E allora, entra in gioco la sanità integrativa, che permette, risparmiando, di avere una copertura per interventi, visite specialistiche, eccetera. Ma perché non dire che oltre all’assicurazione sanitaria esiste anche la possibilità di stipulare un sussidio sanitario? Perché non dire che c’è una bellissima realtà, quella delle società di mutuo soccorso, che agendo sulla base di principi di solidarietà e di reciprocità, garantiscono assistenza a tutti i soci? E invece no, si citano le società di Mutuo Soccorso solamente tramite le parole del presidente Adiconsum, Walter Meazza. Che, ergendosi a paladino degli intermediari assicurativi, sentenzia sull’opacità e sulla mancanza di regole che gravita sul mondo della sanità integrativa. E invita i cittadini che vogliono entrarci, a considerare, nella loro scelta, “solvibilità, specializzazione in campo sanitario, dimensione dei contributi e dei premi gestiti, vigilanza”, criteri secondo lui garantiti solamente dalle compagnie assicurative. Le assicurazioni sarebbero più affidabili perché sottoposte al controllo dell’Ivass. Beh, i criteri di controllo a cui devono essere sottoposte le Società di Mutuo Soccorso sono stabiliti dalla legge 221/2012: il Ministero dello Sviluppo Economico vigila per quanto riguarda gli aspetti societari, il Ministero della Salute per quanto concerne le prestazioni sanitarie e l’Agenzia delle Entrate per il rispetto della normativa fiscale. Altro che Ivass. Non si capisce perché si continui a diffondere l’idea che le Società di Mutuo Soccorso agiscano allo stato brado, senza regole né controlli. Non è assolutamente così. Peraltro, le Sms sono iscritte alla Camera di Commercio, i bilanci sono pubblici, quindi c’è la massima trasparenza.

Nell’articolo è riportato (almeno questo) il fatto che molte compagnie assicurative non stipulano polizze per gli over 70. Bene, allora a questo si può aggiungere che invece le Società di Mutuo Soccorso accolgono tutti senza distinzione. E anche che agiscono senza scopo di lucro, perseguendo un unico obiettivo: garantire la salute dei propri associati. Chissà se prima o poi troveremo anche su qualche quotidiano nazionale queste sante verità.

Condividi su: Facebooktwittergoogle_pluslinkedin

Leave A Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *