Leggiamo da alcuni trafiletti apparsi sulla carta stampata la notizia che l’U.E.A. (Unione Europea Assicuratori), uno degli enti minori che porta avanti le istanze degli intermediari agenziali delle compagnie assicurative, avrebbe presentato all’IVASS (l’ente controllore del settore assicurativo) e al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) un esposto nei confronti dell’attività delle Società Generali di Mutuo Soccorso.
L’esposto si baserebbe su due concetti che nella realtà delle cose sono completamente errati fin dalle premesse.
Il primo concetto sarebbe che, secondo l’art. 345 del Codice delle Assicurazioni, le Società Generali di Mutuo Soccorso opererebbero in violazione delle norme che regolano il settore assicurativo.
In questo caso l’errore è veramente macroscopico ed evidenzia una persistenza perniciosa e strumentale, in quanto già alcune volte il succitato ente aveva avanzato tale interpretazione personalizzata e corporativistica delle norme.
Premesso che già tempo fa l’IVASS, seppur non titolata, aveva avuto modo di controllare alcune Società Generali di Mutuo Soccorso, giungendo alla conclusione, supportata da pareri legali insindacabili, che le stesse non rientravano nel perimetro assicurativo, ed ulteriormente premesso che il MISE già controlla le attività delle Società Generali di Mutuo Soccorso con un’intensa attività anche ispettiva, dobbiamo sottolineare che lapalissianamente il Codice delle Assicurazioni norma l’attività assicurativa, mentre le Società generali di Mutuo Soccorso sono giuridicamente definite in base alla legge 3818 del 15 aprile 1886, poi modificata parzialmente con l’art. 23 della legge del 17 dicembre 2012 (Decreto Sviluppo 2013).
Quindi siamo in presenza di enti diversi per natura, genere, specie, organizzazione, modello, quadro giuridico.
L’esposto inoltrato dall’UEA rappresenta quindi, appunto, un macroscopico assurdo giuridico, come se l’associazione calciatori professionisti chiedesse l’invalidazione del gioco del Rugby perché non segue le norme del calcio.
Ma questo non è ancora tutto: infatti la stessa UEA, nel secondo concetto che fa proprio, giunge ad adombrare che i consumatori che si avvalgono (si badi bene che in realtà quelli delle SMS non sono clienti ma soci) delle prestazioni delle Società Generali di Mutuo Soccorso “rischiano di poggiare la loro speranza di tutela sanitaria sulle sabbie mobili”.
Quindi, in sprezzo ad ogni normativa vigente, in barba alla capacità di controllo esercitata sulle Società Generali di Mutuo Soccorso dal MISE (ma anche dal Ministero della Salute e dall’Agenzia delle Entrate), ignorando che le SMS hanno bilanci pubblici, in spregio ad ogni evidenza che rappresenta una realtà completamente ed oggettivamente diversa, qualche assicuratore infelice perché non riesce a vendere le sue polizze malattia aziona la macchina del sospetto, quando esistono sistemi di controllo e protezione già in vigore da tempo a tutela degli aderenti delle Società Generali di Mutuo Soccorso.
Inoltre, una domanda sorge spontanea: perché l’esposto riguarda solo le Società generali di Mutuo Soccorso e non i Fondi Sanitari e le Casse di Assistenza Sanitaria, che agiscono secondo le stesse regole e norme? È vero che non bisognerebbe pensare male, ma sorge il sospetto che queste siano lasciate indenni dai signori dell’UEA perché anche le Compagnie Assicurative, per usufruire dei vantaggi fiscali previsti dalle norme in materia di sanità integrativa, utilizzano tali enti come fornitori delle prestazioni di sanità integrativa che poi a loro volta riassicurano.
Siamo sicuri che il MISE e l’IVASS hanno argomenti più seri di cui occuparsi e siamo altrettanto sicuri che rimanderanno al mittente le accuse strumentali di questo organismo corporativista, però ci sarebbe piaciuta dall’UEA un’altra presa di posizione.
Infatti, poiché le Compagnie Assicurative sono società per azioni orientate al profitto, che gestiscono in una logica di proprio ricavo i soldi pagati dei clienti, mentre le Società Generali di Mutuo Soccorso sono enti non profit, che agiscono su base mutualistica e proprio per questo sono assoggettate a norme differenti ed i loro aderenti godono di vantaggi fiscali, ci sarebbe piaciuto che nel rispetto delle norme, della libertà di concorrenza, della tutela dei cittadini e del diritto alla salute, l’UEA avesse fatto un esposto chiedendo che, per fornire le proprie coperture sanitarie e godere dei benefici di legge, le Compagnie Assicurative operino nel settore sanitario come società no profit a tutti gli effetti, quindi non distribuendo utili ma reinvestendoli nell’interesse dei propri associati.
Comprendiamo però che per chi opera a sola difesa di un antico corporativismo questo è forse un passo difficile, se non impossibile…
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Risposta puntuale e dettagliata. Ci si domanda anche come mai l’UEA non si occupi degli innumerevoli problemi che le polizze sanitarie causano ai cittadini, delle difficoltà ad ottenere il giusto risarcimento, della disdetta che arriva puntuale dopo un intervento nemmeno grave e che si riferisce non al soggetto “sfortunato” ma all’intero nucleo familiare, della esclusione “illegittima” di soggetti con patologie che potrebbero beneficiare della prestazioni della polizza ad esclusione delle patologie pregresse. E potrei continuare…